I Vini sono un viaggio fuori dalla comfort zone: possono risvegliare ricordi d’infanzia, sorprenderci o portarci per mano alla scoperta di posti completamente nuovi.
La Carta dei Vini del Bistrot, curata personalmente dai proprietari Antonio e Mariano Panariello con il collaboratore Riccardo Mennella, è in continua evoluzione: c’è posto per grandi vini dal mondo così come per etichette di nicchia e vini del nostro territorio. Non poteva essere altrimenti: pane e vino è un binomio che fa parte della storia sin dagli albori ed è il linguaggio naturale di questa terrà così ricca di proprietà e vitigni, che ci regala vini di grande qualità e forte identità.
In questo articolo di Mare e Bacco abbiamo scelto di raccontarvi proprio un vino locale, il Caprettone di Casa Setaro.
Dal colore paglierino brillante, sapido, profumato e fresco ma strutturato al tempo stesso, si abbina magnificamente ai piatti di mare del nostro menù ed in particolare all’inizio del viaggio, i crudi e le ostriche, il mare nella sua essenza più pura. La cantina Casa Setaro si trova a Trecase, nel Parco Nazionale del Vesuvio, e la storia di questo vino è profondamente legata a quella della famiglia.
“Il Caprettone è da sempre l’uva che mi riporta all’infanzia, ai pomeriggi trascorsi tra le vigne, quando da bambino facevo merenda con quei grappoli generosi.”ci ha raccontato Massimo Setaro, proprietario dell’azienda. “C’era una sorta di competizione gentile tra i contadini: ognuno sosteneva di avere il Caprettone migliore. Era un’uva che dava un vino semplice, diretto, vinificato in modo essenziale, con raspi e bucce, senza troppi fronzoli. Ne usciva un vino intenso, quasi masticabile, che per noi era un piccolo nettare quotidiano.”
Il Caprettone non aveva una sua identità, fino al 2014.
“Mi sono battuto a lungo perché questa varietà fosse riconosciuta come distinta dalla Coda di Volpe, con cui veniva spesso confusa o genericamente identificata nelle denominazioni. Dal 2014, finalmente, il Caprettone è stato riconosciuto come vitigno autonomo nella DOC Vesuvio e nella Lacryma Christi: un’uva rara e preziosa, che cresce soprattutto sul versante del Vesuvio rivolto verso il mare, dove trova il suo habitat ideale nei suoli vulcanici, con viti a piede franco, immuni da filossera, sotto lo sguardo vigile del cratere.
Un giorno ho deciso di provare a spumantizzare questo nettare. Dopo tanti esperimenti, sono arrivato a un risultato che mi ha convinto, e che oggi ha trovato una sua nicchia, un suo pubblico, anche oltre i confini nazionali. Sono orgoglioso di questo lavoro: è come se avessi dato voce a una parte del Vesuvio che rischiava di restare in ombra, e, in fondo, anche a un pezzo della mia storia personale e familiare” conclude Massimo Setaro.
Un vino speciale, che non poteva mancare qui al Bistrot: da gustare anche accanto alla frittura, per un perfetto anticipo d’estate.
Vi aspettiamo a pranzo e a cena.
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Dal colore paglierino brillante, sapido, profumato e fresco ma strutturato al tempo stesso, si abbina magnificamente ai piatti di mare del nostro menù ed in particolare all’inizio del viaggio, i crudi e le ostriche, il mare nella sua essenza più pura. La cantina Casa Setaro si trova a Trecase, nel Parco Nazionale del Vesuvio, e la storia di questo vino è profondamente legata a quella della famiglia.
“Il Caprettone è da sempre l’uva che mi riporta all’infanzia, ai pomeriggi trascorsi tra le vigne, quando da bambino facevo merenda con quei grappoli generosi.”ci ha raccontato Massimo Setaro, proprietario dell’azienda. “C’era una sorta di competizione gentile tra i contadini: ognuno sosteneva di avere il Caprettone migliore. Era un’uva che dava un vino semplice, diretto, vinificato in modo essenziale, con raspi e bucce, senza troppi fronzoli. Ne usciva un vino intenso, quasi masticabile, che per noi era un piccolo nettare quotidiano.”
Il Caprettone non aveva una sua identità, fino al 2014.
“Mi sono battuto a lungo perché questa varietà fosse riconosciuta come distinta dalla Coda di Volpe, con cui veniva spesso confusa o genericamente identificata nelle denominazioni. Dal 2014, finalmente, il Caprettone è stato riconosciuto come vitigno autonomo nella DOC Vesuvio e nella Lacryma Christi: un’uva rara e preziosa, che cresce soprattutto sul versante del Vesuvio rivolto verso il mare, dove trova il suo habitat ideale nei suoli vulcanici, con viti a piede franco, immuni da filossera, sotto lo sguardo vigile del cratere.
Un giorno ho deciso di provare a spumantizzare questo nettare. Dopo tanti esperimenti, sono arrivato a un risultato che mi ha convinto, e che oggi ha trovato una sua nicchia, un suo pubblico, anche oltre i confini nazionali. Sono orgoglioso di questo lavoro: è come se avessi dato voce a una parte del Vesuvio che rischiava di restare in ombra, e, in fondo, anche a un pezzo della mia storia personale e familiare” conclude Massimo Setaro.
Un vino speciale, che non poteva mancare qui al Bistrot: da gustare anche accanto alla frittura, per un perfetto anticipo d’estate.
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